I compiti a casa servono?

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  1. dani3000
     
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    Premessa evergreen

    Chi ha un blog di lungo corso come il qui scrivente, sa bene come esistano, in modo assolutamente non voluto e poco prevedibile, dei post evergreen - dei post sempreverdi che, a prescindere dalle notizie del giorno, continuano negli anni ad attrarre commenti, link e discussioni a margine.

    Io ne ho soprattutto due, di questi sempreverdi - di questi pezzettini di contenuto eretico rispetto alla regola mediale che sempre più, ogni giorno di più, mostruosamente converge sulla strettissima attualità (ortodossa anche quando cerca la carta dissonante dell’emergenza, e veloce anche a scomparire nella spirale del silenzio o della disattenzione generale).

    Sono post che trattano temi che, per un motivo o per un altro, rimangono o entrano nell’agenda (nella lista delle priorità) delle persone a prescindere, appunto, dal fatto che se ne parli in Tv o altrove. Sono post che, grazie agli imperscrutabili algoritmi che governano la Rete ricercabile, rimangono ai primi posti su particolari chiavi nei motori di ricerca: una sorta di risposta in forma di contenuto a chi cerca informazioni su Internet, cercando nei motori come si lanciano bottiglie di SOS in mare aperto. Investendo sul sistema ricco di Internet le proprie intenzioni di conoscenza: di conversazione, di sfogo, di confronto.
    Troppi compiti a casa per gli studenti italiani?

    Uno di questi post tratta dei compiti a casa, e si intitola, appunto: Contro i troppi compiti a casa. E’ un post risalente a novembre 2006, che pian piano, in questi quasi due anni e praticamente da solo, ha raggiunto quota 43 commenti (poi ci ritorno). In questo post facevo menzione di un dibattito che dall’empireo della teoria d’ingegneria formativa arrivava come un treno fin dentro le vite delle famiglie italiane alle prese con uno o più figli in età scolare. Un dibattito sintetizzabile in due domande.

    * La prima è “Ma i compiti a casa servono o non servono?“
    * La seconda (ammesso ovviamente si risponda positivamente alla prima) è “Ma i compiti a casa sono pochi o troppi?“

    Sulla questione ne ho scritto oggi sul quotidiano Dnews (scaricabile in pdf), riprendendo le dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini che promette un adeguamento degli stipendi degli insegnanti italiani alla media Ocse.

    Mi sono ricordato, appunto, che proprio che altri dati di media Ocse raccontano di un primato assoluto tutto italico: il numero delle ore che ogni studente passa sui compiti a casa. Dati 2003: 10,5 ore a settimana, a fronte di una media che è di quasi la metà, 5,9. Poveri fanciulli nostri tormentati? Forse.
    Ma serviranno davvero, tutti questi compiti?

    In realtà la questione è serissima. Basta girare sulla Rete per raccogliere decine di appelli di studenti e genitori disperati, alle prese con tonnellate di compiti, più o meno sensati, eccedenti tempi e forze di fanciullo: compiti di ogni tipo per ogni materia ad ogni grado scolastico.

    Da tempo negli Stati Uniti c’è un filone di pedagogisti che sostiene con forza, autorevoli ricerche alla mano, che sarebbe ora di dire basta ai compiti a casa. Che non esisterebbe alcuna correlazione tra il tempo trascorso a fare i compiti a casa e il rendimento scolastico: i risultati degli studi rivelano una correlazione pari a zero. In special modo per i più piccoli, delle elementari e delle medie, cui gioverebbe anche altro: sport, gioco, varia socialità. I compiti a casa insomma sarebbero una sorta di rito (o di mito) didattico che nessuno ha il coraggio di abbandonare – o quantomeno ridurre.

    Per approfondire: a) mio post sul defunto Web Docet, 22/10/2008; b) bell’articolo di Emily Bazelon su Slate; c) Storia di copertina di Panorama; d) Libellistica pugnace e appassionata di pedagogisti a stelle e strisce: “The case against homework“, “The battle over homework“, “The Homework Myth“; e) un articolo su Rai Educational che non trovo più ma che sta nei commenti del post mio come trackback

    Tentativi di soluzioni ce ne sono state. Negli Stati Uniti la National Teachers Association ha approvato una regola aurea: quella dei 10 minuti. Gli studenti di prima non devono passare più di 10 minuti al giorno a far compiti, che diventano 20 in seconda, 30 in terza e così via, fino ad un massimo di due ore. Il carico di lavoro seguirebbe così gradualmente la crescita intellettuale dei ragazzi. È già qualcosa. Io concludevo, nel pezzo per Dnews, che se proprio dobbiamo adeguarci all’Ocse, adeguiamoci in tutto: aumentiamo gli stipendi, e riduciamo i compiti.
    Docenti, studenti, genitori. Chi ha ragione?

    Ma la cosa che più mi ha colpito è andare a rileggere i 43 commenti sul post originale, nonché altri interventi trovati in giro per la Rete. Non posso portare alla discussione impressioni di prima mano, ma ammetto di esser rimasto colpito dai toni accesi, frustrati, talora disperati della discussione sul tema “compiti in classe” tra i tre attori dell’ecosistema scuola: docenti, genitori, e studenti.

    Nessuno pare capire le ragioni dell’altro, e ognuno pare avere ottime ragioni: la classica situazione in cui il problema pare essere prima di comunicazione e fiducia e dopo di contenuto. Di processi (per esempio la mancanza di coordinamento tra docenze) che di prodotto (ma anche un po’: e qualche innovazione nelle tipologie di compiti credo aiuterebbero non poco).

    Sintetizzando le posizioni in campo:

    I docenti dicono: “I compiti servono, e non ne diamo poi così tanti: spesso son gli studenti che son scansafatiche”.

    I genitori dicono: “I compiti serviranno pure, ma sono troppi: farli diventa spesso un incubo per loro e per noi che veniamo coinvolti”.

    Gli studenti dicono più semplicemente: “I compiti non servono, e sono troppi” :)

    Chi ha ragione?

    Una selezione dei commenti sul tema dei compiti a casa

    Se dai molti compiti si lamentano, così come se ne dai pochi
    Caterina C., professoressa

    I compiti a casa dovrebbero consentire allo studente una interiorizzazione dei contenuti affrontati in classe per raggiungere un grado di autonomia sempre maggiore. [...] Se fino ad ora ho usato il condizionale, è perché la scarsissima considerazione che viene data ai compiti a casa, li fa apparire solo come un peso. Anche le famiglie hanno spesso un atteggiamento contraddittorio: se assegni molti compiti, sbagli perché sovraccarichi il figlio; d’altro canto se ne assegni pochi, sbagli perché non fai lavorare il ragazzo… e nessuno capisce che il compito a casa è anche, soprattutto, un momento di responsabilizzazione. Senza aggiungere che ben pochi notano la differenza tra qualità e quantità. Infatti, nessun genitore mi ha mai chiesto come mai ho dato un tipo di esercizio piuttosto che un altro.

    Ecco la giornata tipo di un ragazzo di seconda media. Un incubo
    Gianluca, genitore

    Un bambino di seconda media stamattina si alzerà alle ore 7:00, probabilmente farà una “mezzoretta” di ripassi e, dopo colazione e Scuolabus, sarà a scuola dalle ore 8:30 fino alle ore 13:30 per compiere le sue brave 5 ore di studio. Ritornerà a casa alle ore 14:00 per il pranzo. Dopo pranzo (ore 15:00, neanche il tempo di digerire) comincerà con gli esercizi di inglese che gli porteranno via circa due ore. Gli esercizi devono essere infatti copiati sia sul libro che sul quaderno. Sono le 17:00 ed arriva meritato il tempo della merenda “veloce”. Ed già è una fortuna perchè certe volte non ne ha proprio il tempo. Veloce, perchè lo aspettano 15 pagine di geografia. Solo a leggerle si troverà catapultato alle ore 19:30 e i genitori cominceranno a chiamarlo per cena. A quel punto cenerà con l’ansia di dover riprendere a fare i compiti. Sono le 21:00 e ci sono da fare alcuni grafici ma soprattutto gli esercizi di matematica che, chiaramente, sono sempre lasciati per ultimi. Dalle ore 21:30 parte la lotta con se stessi per mantenere gli occhi aperti, il bimbo lo sa: da quel momento ogni minuto è un minuto guadagnato. A fatica raggiungerà le ore 22:30. I genitori potranno cercare di tenerlo sveglio, ma certo non possono dargli il caffè. Probabilmente lo troveranno appisolato sui quaderni. Saranno perciò costretti a svegliarlo di nuovo presto il giorno dopo.
    Ecco, questo è un nudo e crudo esempio di una giornata di un ragazzo di seconda media.

    Così tanti compiti per le vacanze che preferivo andare a scuola
    Base2, studente

    Studio giornalmente almeno 5 ore e spesso salto i compiti scritti. Non ho un attimo per me se non quell’oretta dove riesco a malapena connettermi a internet. A lungo andare mi stanco, andavo in palestra, ma ho dovuto smettere, non riesco più a concentrarmi, ne a scuola ne a casa, la notte non riesco a dormire, il sabato non ho voglia di uscire. Poca vita sociale. Per un periodo ho cercato di fare pochi compiti e pensare di più al resto….risultato? In tre verifiche ho preso fra il 5 e il 6… e ho preferito tornare allo studio. A volte capita di lamentarmi con i prof e loro mi rispondono che i compiti sono pochi… è vero sono pochi… presi singolarmente per materia pero! Per le vacanze pasquali sono tornato reduce da un mese infernale (del tipo verifica + interrogazione nello stesso giorno), e mi sono stati assegnati tanti compiti, che avrei preferito andare a scuola…

    Scuola baby-sitter
    Lara, docente

    Concordo però che il tempo manca, ma la colpa è dei compiti assegnati? Non è piuttosto dell’orario scolastico che impegna i bambini otto ore al giorno, come l’orario lavorativo di un adulto? La scuola deve coprire come una brava baby sitter gratuita l’orario lavorativo dei genitori: ma è questo il suo ruolo?

    Perchè non compiti “moderni”?
    Marco, docente

    La questione è complessa per dibatterla qui in poche parole ma faccio solo semplici esempi… i tempi sono cambiati e non esistono solo i libri ormai.. quindi perché ad esempio per una lezione di storia non far vedere un bel documentario storico, o un film e poi discuterne in classe (star davanti alla TV rispetto allo star sui libri può anche andar bene..dipende da cosa si guarda), o per una lezione di matematica farli partire dalla risoluzione di un problema concreto e magari quotidiano, per una lezione di musica l’ascolto di un concerto dal vivo (o anche di una canzone di madonna, si può dire comunque molto lo stesso…), o per italiano l’analisi e il commento di un articolo dalla propria rivista preferita.. qualsiasi sia..

    Spalmarli meglio, i compiti
    Manurizzi, genitore

    Se queste benedette maestre si parlassero e organizzassero in modo da “spalmare” meglio i compiti assegnati a casa forse saremmo tutti molto meno furiosi, a ben vedere, i compiti assegnati materia x materia non sono esagerati, solo che, guarda caso, si concentrano tutti ne primi 3 giorni della settimana, il che vuol dire passare il WE facendo compiti e non riposando affatto.

    Commento breve, ché devo correre a fare i compiti

    Saphira, studentessa

    allora. voglio descrivere una mia normalissima giornata. ore 6.30: sveglia. Ore 7.00: sn pronta e ripasso qualche lezione. ore 7.30: vado alla stazione per prendere il treno. ore 8.00: entro a scuola. fino alle 13-14.00: sto a scuola a fare il mio dovere. ore 14,15.00: prendo il treno e torno a casa. ore 14.30-15.30: ho finito di mangiare e comincio il (quotidiano)”everest” di compiti. ore 17.00: pausa di 10 minuti(ma non sempre). dalle 17 fino a orario indeterminato(record: 00.30) studio. Ditemi voi se questa non e una vita da bestie. FINE (corro a fare i compiti altrimenti oggi superero il mio record)



    Fonte:www.webgol.it
     
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  2. kekko350z
     
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    Hai ragione ..... DIAMO I COMPITI A SNOOPY......XDXDXDXDXD
     
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  3. dani3000
     
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    CITAZIONE (kekko350z @ 15/10/2009, 20:07)
    Hai ragione ..... DIAMO I COMPITI A SNOOPY......XDXDXDXDXD

    XD

    Per chi non lo sapesse Snoopy è il mio cane
     
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    Secondo i miei professori, ogni studente dopo sei ore passate sui libri, deve stare un'altra ora a studiare per ogni materia ogni giorno. Ma stiamo scherzando?? ò_ò La fanno troppo seria... Ma poi io studio sì e no tre ore e mi tengo un bel 6, massimo 7 a materia...
     
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  5. dani3000
     
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    CITAZIONE (‡ †Stefy† ‡ @ 15/10/2009, 21:24)
    Ma stiamo scherzando?? ò_ò La fanno troppo seria... Ma poi io studio sì e no tre ore e mi tengo un bel 6, massimo 7 a materia...

    Quoto a manetta
     
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  6. kekko350z
     
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    Marò sta Gelmini del cavolo.....fa solo guai....maròò che sghifo la scuolaaaaaaaaaa ahhhhhh uffà nn vedo l'ora che mi laureo....
     
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  7. dani3000
     
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    CITAZIONE (kekko350z @ 16/10/2009, 21:54)
    Marò sta Gelmini del cavolo.....fa solo guai....maròò che sghifo la scuolaaaaaaaaaa ahhhhhh uffà nn vedo l'ora che mi laureo....

    Sempre se ci riuscirai
     
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6 replies since 13/3/2009, 16:36   76 views
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